Soprannominata “regina viarum” (regina di tutte le strade), è stata il percorso prediletto dai pellegrini, attraverso il quale era possibile raggiungere la Terra Santa.
La via Appia antica è la più famosa strada Romana e ha mantenuto molti dei suoi resti. La sua costruzione ad opera del censore Appio Claudio Cieco, risale al 312 A.C.
Il percorso originale delll'Appia antica partiva da Roma e passando da Terracina (Anxur), Minturno (Minturnae), Mondragone (Sinuessa), arrivava a Capua . Da Capua
continuava per Benevento (Beneventum) fino al mare di Taranto
(Tarentum) per poi arrivare a Brindisi (Brundisiu) dove due Colonne
simboleggiano la fine del suo percorso.
La
strada formata da grandi lastre di pietra lavica si presenta quasi
sempre dritta, abbastanza larga da permettere il traffico in entrambe le
direzioni presentava anche due marciapiedi laterali per il percorso pedonale, adornati da numerosi monumenti funerari che i passanti potevano ammirare per evitare la monotonia del viaggio. La via Appia era anche scandita dalle Pietre Miliari che indicavano la distanza percorsa i n una direzione e nell'altra. La più antica via d'Europa è stata senza dubbio modello per la realizzazione di molte altre strade costruite successivamente.
Questo
lungo e storico percorso, ci viene raccontato da due nostri conoscenti
che lo hanno attraversato: il primo piedi, l'altro in bici:
Il 9 giugno 2016 esce la prima pubblicazione del libro "Appia" di Paolo Rumiz, che racconta di un viaggio impegnativo d urante il quale è stato possibile ammirare le straordinarie bellezze della nostra terra incontrando personaggi memorabili ma che nello stesso tempo ha messo in luce i molti tratti abbandonati e in stato di totale degrado di questa straordinaria infrastruttura romana. Un viaggio in bilico tra l'incantamento e l'indignazione. Con il libro "Appia" Rumiz porta l'attenzione su questo bene abbandonato, dall'Italia e Dall'Europa, attraverso la descrizione puntuale dell'itinerario dettagliato, tappa per tappa, corredato dalla cartografia di viaggio.
Per Rumiz l'Appia potrebbe diventare il nuovo cammino di Santiago europeo essendo tra l'altro infinitamente più interessante.
Pochi giorni fa invece è uscito il libro "La via Appia" di Carmine Papa che l'autore presenta commentandolo in questo modo:
“ho
cercato di diffondere la mia passione per le bici e per le bici d'epoca
e i viaggi, e questo è un viaggio definibile bidimensionale o
addirittura possiamo definirlo tridimensionale. Tridimensionale perché
oltre ad essere un viaggio fisico attraverso la geografia, il
territorio, la storia, la cultura e l'enogastronomia è soprattutto un
viaggio interiore vissuto con una bici dei cent'anni.”
Il resto lo scopriremo appena riusciremo a reperire il suo libro, disponibile su Amazon.
Sempre qualche giorno fa' nel nostro Comune: Minturno, è
stato riportato alla luce un altro tratto dell'antica via Appia, che
mai come nel sito archeologico di Minturnae manifesta la sua enorme
importanza non solo come asse di collegamento tra diverse urbes
dell'Impero ma come percorso lungo il quale si sono letteralmente
sviluppate molte di queste urbes. La Via Appia a Minturnae lambiva il
Teatro e su di essa si affacciava il foro, importante centro civico e
politico della città i cui resti sono ben visibili ancora oggi. La
Regina Viarum passava accanto al tempio Capitolium, e su di essa si
aprivano diverse tabernae a testimonianza dell'importanza anche
commerciale che rivestiva la strada, oltre alle domus e alle numerose
statue di divinità e cittadini illustri. Lungo l'APPIA si svolgeva la
vita dell'Impero....basta farsi una passeggiata lungo di essa per
accorgersene ancora oggi...
L'Amministrazione
Comunale insieme alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio
per le province di Frosinone Latina e Rieti ha annunciato una serie di
interventi che se portati a termine continueranno
l'opera di valorizzazione del nostro territorio, che passa
necessariamente dal recupero della nostra importante memoria storica.
Dobbiamo ricordarci da dove veniamo per sapere dove stiamo andando o
ancora meglio per decidere dove vogliamo andare.
Speriamo
vivamente che l'Appia ritrovi la sua antica grandezza e che diventi un
punto di riferimento per il turismo lento, a piedi o in bicicletta: questa ci pare sia la sua naturale vocazione. 😉
(Paolo Rumiz in visita a Minturno con una delle nostre bici)
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