"Il ciclismo nel delitto" - Cesare Lombroso (a cura di Matteo Noja)





Nel saggio qui presentato, uscito sulla «Nuova Antologia» nel 1900, l’autore dell’Uomo delinquente argomenta con dovizia di particolari la pericolosità sociale della bicicletta. Essa infatti aumenta le cifre e le cause della criminalità; agevola le fughe e gli alibi di coloro che violano la legge; è motivo frequentissimo di furto e di appropriazioni indebite; può infine condurre anche all’omicidio.
Pure legandola alle attività criminali, però, Lombroso non può mancare di sottolineare nell’ultima parte di questo breve scritto anche le qualità indiscutibili della bicicletta.

Concludendo, egli infatti, scrive: «E se una satira arguta ha voluto mostrarci il cicloanthropos dell’avvenire come curvo, colle braccia atrofiche, e la schiena gibbosa, io amo invece poter dire che il cicloanthropos del secolo ventesimo soffrirà meno di nervi, sarà più robusto di muscoli dell’uomo del secolo ora trascorso. E così certamente per uno o due mali che il biciclo ci provoca, saranno dieci i beni che ci recherà in dono».

Introduzione e Vita di Lombroso

Il ciclismo nel delitto (edizione 1900)
Conclusione dell'edizione 1902

In appendice
Breve storia della bicicletta
Scrittori sul sellino
Bibliografia degli scritti di Cesare Lombroso (con 1539 schede bibliografiche)
 
Edizioni La Vita Felice 

Nessun commento:

Posta un commento